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La storia di Rodi al tempo dei cavalieri

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A partire dalla caduta dell’impero bizantino, veneziani e Génois tentò di prendere possesso di Rodi fino all’arrivo dei cavalieri di St. Jean che rinforzarono la città, lasciando un’impressione inalterabile.
L’impianto dei cavalieri di San Giovanni a Rodi
Ritratto di fologhe di Villaret. Clicca per ingrandire l'immagine.Nel 1291, la caduta d’acro - ultimo rifugio della cristianità in terra santa (Palestina) - segnò la fine dei due secoli d’esistenza del regno latino di Gerusalemme. Dopo la perdita di San Giovanni d’Acri, Ordre dei cavalieri Hospitaliers di San Giovanni di Gerusalemme, diretto dal Grand Dott. Jean de Villiers, si installa per poco tempo nel regno cristiano di Cipro, a Limisso (Limassol), dove fondarono un nuovo convento dell’ordine.

All’arrivo degli Hospitaliers a Cipro, Henri II di Lusignan, ex-re di Gerusalemme e re di Cipro dal 1285, fa loro bene accoglienza ma rapidamente dalle tensioni tra i due poteri appariranno. Poiché la forza di lavoro dell’ordine aumentava con l’arrivo di nuovi cavalieri europei, e che gli ospedalieri ricercavano una forma d’indipendenza, la sua rivalità con il re di Cipro non cessò di accentuarsi, ed il re di Cipro iniziò ad incoraggiare i cavalieri a cercare altrove una residenza permanente.

Guillaume de Villaret prepara la conquista di Rodi. Rodi è un possesso bizantino ma l’autorità dell’impero è molto teorica, è soprattutto una base corsara. I principi della casa di Gualla vi regnano in padrone. L’isola è popolata di commercianti ottomani che vendono con le navi di corsa turche.

La difesa del Rodi con fologhe di Villaret, pittura di Gustaf Wappers. Clicca per ingrandire l'immagine.La difesa del Rodi con fologhe di Villaret, pittura di Gustaf Wappers. Clicca per ingrandire l'immagine.Nel 1306, i cavalieri di San Giovanni, sotto la condotta del Grand Dott. Fra’ Foulques di Villaret (1305-1319) nipote di Guillaume de Villaret, fanno vela tre cento miglia all’ovest e scaricano a Rodi, allora sotto la sovranità bizantina, comperano l’isola all’ammiraglio génois Vignolo, ma devono lottare durante tre anni per ottenere dell’imperatore di Bisanzio il diritto di restare.

Fologhe si trovano presso il papa quando 35 cavalieri ospedalieri e le truppe imbarcate su due vasi e quattro galee dell’ordine aiutati da barche génois attaccano il castello di Philermos l’11 novembre 1307. Dopo che assediandoli si fecero assediare dai greci e gli ottomani, l’ordine di San Giovanni di Gerusalemme si rende padrone del Rodi il 15 agosto 1310 dopo la presa del castello di Rodi. In meno di tre anni, l’ordine diventa così principale dei forti di Cos e Kastellorizo/Megisti, delle isole di Limonia, Alimnia, Halki, Symi, Tilos, Nissiros, Kalymnos, Leros ed il porto di Smyrna.

Il 15 agosto 1310, i cavalieri completano la conquista dell’isola che diventa la nuova sede dell’ordine. L’occidente non si oppone all’abuso di autorità e Clemente V confermano ospedalieri al possesso di quest’isole; si qualificheranno di conseguenza come cavalieri di Rodi, titolo nuovo che fu confermato dal papa Clemente V, ma pur conservando il loro titolo vecchio.

Rodi essendo stato da tempo convertito al cristianesimo nascente da Paul santo, i cavalieri vi trovano bene accoglienza e costruiscono: nel 1311, creano il primo ospedale del Rodi.

I cavalieri di Rodi (1310 a 1522)
Carta di Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.Carta di Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.
Il 2 maggio 1312, il papa eliminò l’ordine dei Templiers e molti loro beni passarono, “ad providam„, ai cavalieri ospedalieri a Rodi (ad eccezione dei loro possessi della Spagna e del Portogallo, dove due ordini nascono ceneri dell’ordine del tempio, l’ordine di Montesa e l’ordine di Cristo). Con le ricchezze ricevute dei Templiers, i regali venendo da benefattori ricchi ed i redditi delle sue proprietà europee, l’ordine prosperò e costruì, a Rodi, una fortezze più potenti dell’epoca.

Canale delle fortificazioni di Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.I cavalieri di San Giovanni saranno applicati infatti a costruire una trentina di fortezze splendide destinate a proteggere l’isola delle invasioni turche e pirata. Nella città di Rodi, i cavalieri costruirono una città potente rinforzata capace di sostenere lunghe sedi.

Il Rodi conta ancora oggi una trentina di cittadelle medioevali.

Porta di Amboise delle fortificazioni di Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.

Porta principale del palazzo dei grandi padroni a Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.I cavalieri non trasformarono soltanto l’isola in una fortezza gigantesca, più importante del mondo all’epoca, ma costruirono anche numerosi edifici di qualità. Il palazzo del grande padrone, le chiese e soprattutto l’ospedale hanno suscitato l’ammirazione dell’Europa.

Via dei cavalieri a Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.

Galea dei cavalieri di Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.I cavalieri di San Giovanni, alleati agli Rhodiens, costruirono una flotta imponente di galee di combattimento per liberare il Mediterraneo orientale dei musulmani e dei pirati.

Galea di San Giovanni a Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.Questa flotta si illustrerà nelle battaglie navali di Nègrepont e Methoni, e contribuirà alla presa di Smyrna er di Halicarnasse (Izmir e Bodrum).

Valute dei cavalieri di Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.A Rodi, l’ordine diventò per la prima volta una potenza sovrana, che esercita un’autorità senza divisione sul suo territorio e governata da un grande padrone che usufruiva di una fila uguale a quello dei re ed altri capi di stato indipendenti. Segno di un arricchimento dell’ordine contemporaneamente ad un’una conquista della sovranità, i grandi padroni si mettono a battere valuta alla loro effigie.

Una nuova classificazione dei cavalieri fondata sulla nazionalità fu introdurre. L’ordine fu allora diviso in lingue (sette lingue, e più tardi otto), ciascuna fra esse presieduta da un bailli e possedendo la sua locanda per mettere i suoi cavalieri.

La crociata di 1396
Nonostante il controllo marittimo che esercita i cavalieri di Rodi sui Mare Egeo, la dinastia ottomana prende poco a poco la cima sull’impero agonizzante di Bisanzio e États latini della Grecia sorti della quarta crociata.

Nel 1396, una crociata sostenuta dall’ordine pulisce un fallimento sanguinante a Nicopolis. Dopo quest’episodio, il sultano Bajazet Ier ha le mani libere nei balcani. Solo sua sconfitta di 1402 di fronte ai mongoli di Tamerlan salva Rodi. Per l’ordine, con il fallimento di Nicopolis, il sogno di riconquista terrestre dei luoghi sacri è definitivamente perso.

Le sedi di 1440 e 1444
Jean de Lastic, grande padrone dei cavalieri di Rodi. Clicca per ingrandire l'immagine.Nel 1440, quindi nel 1444, il Rodi è assediato dal sultano dell’Egitto, ma i cavalieri di Rodi rifiutano questi due attacchi.

Il primo attacco ha luogo nel settembre 1440: la flotta egiziana si dirige inizialmente verso Rodi, quindi verso l’isola di Kos, e si presenta nuovamente dinanzi a Rodi a novembre. Gli ospedalieri, i cui vasi di alto bordo sono inferiori a quelli dei loro avversari, trovano la parata facendo passare i loro che combattono su barche a fondo piatto che si lanciano all’abbordaggio delle navi sfavorevoli. Il bilancio è pesante: 700 morti parte l’Egiziano, 60 del lato cristiano. Gli Egiziani non insistono.

La seconda spedizione egiziana ha luogo nel 1444: la flotta dei mamelucchi, forte di 75 vasi, scarica questa volta un esercito di 18.000 uomini, che mette la sede davanti Rodi il 10 agosto 1444. Un’uscita vittoriosa, e quasi disperata, ordinata da Jean de Lastic, avrebbe anche permesso di gettare al mare i pezzi d’artiglieria egiziani messi dinanzi alla principale porta della città, male difesa dalla talpa che separa il porto di commercio ed il porto militare. Il 18 settembre, un nuovo attacco si conclude con un fallimento. La sede è allora aumentata. 300 mamelucchi sono stati uccisi e 500 altri feriti, senza contare le perdite dei combattenti non mamelucchi e degli assistenti.

Un conflitto scoppiò tra i suoi due figli, Bajazet II e Cem, che si disputano il diritto di primogenitura.
Il sultano Bajazet II. Clicca per ingrandire l'immagine.Arrivo del principe Cem a Rodi nel 1482. Clicca per ingrandire l'immagine.Infatti, due anni più tardi, il figlio di Mehmet II, il principe Cem (Zizim), fece la sua entrata in Rodi, non conquistando ma come ospite. Nel 1481, Mehmet II era morto proprio quando preparava un nuovo tentativo di presa di Rodi; suo figlio Bajazet II fu proclamato sultano, ma il principe Cem stesso, uno dei suoi fratelli junior che governava due province in Anatolia, si proclamarono sultano di Anatolia. Ma le sue truppe furono presto sconfitte ed il principe Cem si fugge in Egitto. Nel 1482, scaricò nuovamente in Anatolia e tentò di fomentare una sommossa contro il sultano. Questo secondo tentativo fallì ed il principe Cem trovò rifugio alla fortezza San Pietro (oggi Bodrum), la fortezza dei cavalieri di Rodi in Asia minore di fronte all’isola di Cos. Il grande padrone di Aubusson lo invitò a Rodi dove fu ricevuto con grandi onori. Questa miniatura del XVIe secolo mostra il suo arrivo a Emporio: la porta santa-Caterina e le fortificazioni del porto sono chiaramente visibili. Per la sua sicurezza, Pierre di Aubusson lo mette in Francia a Bourganeuf in Creuse, sede della grande chiesa del priorato dell’ordine per la nazione di Alvernia, dove rimarrà alcuni anni.
La sede di 1522
Philippe Villiers dell'Isle-Adam. Clicca per ingrandire l'immagine.Il sultano Selim I aveva esteso il suo impero verso l’est conquistando la Siria e l’Egitto; ciò rendeva determinante per ottomani di potere controllare la strada di Costantinopoli ad Alessandria. Il sultano Solimano il Magnifico (Süleymân II Kânûnî, il legislatore) considera questo piazzaforte latino che è Rodi, ultimo stato delle crociate franco-latine, come un ostacolo alla sua sovranità delle isole greche ed alla navigazione.

Nel 1521, alla morte del Grand Dott. Fabrizio del Caretto, Philippe Villiers dell’Isle-Adam è eletto come successore, contro la sua competizione eterna Amaral, grande cancelliere dell’ordine, che era proposto dalla lingua di Castiglia. Dice che Amaral avrebbe giurato allora che l’Isle-Adam sarebbe l’ultimo grande padrone di Rodi.

L’anno successivo, nel 1522, 300 galee turche (rematori schiavi cristiani), condotte dal grande visir Moustafa, cognato del sultano, si presentano e la sede comincia il 1° agosto 1522. Suleiman viene da parte della Asia minore con l’infanteria e soprattutto dall’artiglieria, e passa nell’isola, con 200.000 uomini (140 000 soldati e 60.000 genieri incaricati di effettuare lavori di sede). Più tardi, 15.000 soldati di rinforzo vennero alla riscossa del sultano. Gli invasori occupano la collina di Stéphane santo all’ovest della città (la località della vecchia acropoli), dove mettono i loro cannoni.

Rodi è difesa dal 44e Grande-Maître, Philippe Villiers dell’Isle-Adam (1464-1534), capo della lingua francese, 650 cavalieri, 200 Génois, 50 veneziani, 400 cretese, e 6000 Rhodiens. Il papa Adriano VI scongiura i principi cristiani di andare all’aiuto degli assediati, ma le divisioni interne dell’Europa e gli elementi sfavorevoli nocquero ai tentativi di spedizioni di rinforzi dall’Europa.

Dopo una resistenza eroica di sei mesi dei 650 cavalieri ed il tradimento di André SO Amaral della Langue di Castiglia-Portogallo (denunciato sotto la tortura dal suo cameriere Blaise Diaz, Amaral fu condannato e decapitato dinanzi ai suoi paia l’8 novembre), la città cadde alle mani degli ottomani. Questi aprirono una breccia nei rifugi vicino alla porta Sant’Atanasio ed erano sul punto di dare l’attacco finale; ma, Suleiman, che si ricorda che in una situazione simile nel 1480, l’attacco aveva girato alla rovina degli ottomani, preferì avviare negoziati con i cavalieri. Cinque giorni prima di Natale, il 22 dicembre 1522, il grande-Principale capitolò, ottenendo condizioni onorate, per salvare la popolazione civile. I termini dello accort includevano la resa delle fortezze dell’ordine nell’isola di Cos ed il castello San Pietro. Dopo che la voce del muezzin era echeggiata della cima del campanile della chiesa San Giovanni, Philippe Villiers dell’Isle-Adam si imbarcò, con i suoi ultimi cavalieri, per la Creta e l’Europa.

Il sultano Suleiman, rispettoso del coraggio dei suoi nemici, diede ai cavalieri dodici giorni per lasciare l’isola con le loro navi, il loro tesoro, i loro archivi, le loro armi, i loro beni e le loro reliquie (la cui icona preziosa del vergine di Philerme, uno dei simboli dell’ordine, ed anche fornisce loro alcune navi turche per il loro trasporto. Il 1° gennaio 1523, il grande-Principale bacerà la mano di Suleiman offrendogli quattro fanghi in oro e si imbarcherà con i 180 cavalieri sopravvissuti, e 4000 cristiani.

La città di Rodi non sarà distrutta, la sua popolazione civile non sarà massacrata, le chiese saranno rispettate, i greci che restano praticheranno la loro religione. L’isola, devastata, spopolata, sarà esentata di imposte cinque anni.

Senza ricevere aiuto dei sovrani europei, i cavalieri sopravvissuti errarono tra candita (Creta) e Messina (Sicilia), tra Civitavecchia e Marsiglia.

Il 26 ottobre 1530, Grand Maître fratello Philippe Villiers dell’Isle-Adam prese possesso dell’isola di Malta, ceduta all’ordine degli ospedalieri dall’imperatore Carlo V con l’approvazione del papa Clemente VII, dove tenterà di mantenersi fino alla rivoluzione francese.

Architettura incoronataArchitettura
Città medioevale di Rodi, incisione del 1ö secolo. Clicca per ingrandire l'immagine.I cavalieri dimostrarono la misura della loro ingegneria architetturale e militare costruendo fortificazioni particolarmente moderne per la loro epoca. Sarà, dell’inizio del XIVe secolo alla fine del XVe, molto una grande epoca architetturale.

L’epoca medioevale è rappresentata da uno stile architetturale gotico, molto vicino allo stile provenzale dell’epoca, caratterizzato dagli incroci di testata, blasoni, ecc. così il palazzo dei grandi padroni ricorda t il palazzo dei papi in Avignone e le chiese San Giovanni o Notre Dame del Doms quella di Villeneuve-lès-Avignon.

Rifugi, locande, castelli sono sempre verticalmente, immutabili e bellissimi, per darci un’idea di ciò che fu la potenza straordinaria di questa piccola Comunità.

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