| Il palazzo dei Grandi Maestri a Rodi | |
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| | Generalità | Il palazzo dei grandi maestri (Paláti Megálou Magístrou) o palazzo dei cavalieri, allo stesso tempo palazzo e fortezza, costruisce al punto più sù della città medioevale, predomina la città ed il porto con la sua massa imponente. |
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| | In cima della via dei cavalieri, dopo l’ultima arcata, si arriva sul posto del palazzo dei grandi maestri (XIVe secolo), situato al nord-ovest del Collachium. |
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| | L’architettura del palazzo | Il palazzo, costruito al XIVe secolo all’angolo nordoccidentale dei rifugi che rafforzava, somiglia più ad una fortezza che ad un vero palazzo, e merita bene la sua denominazione “di Castello„. La sua architettura è di stile gotico provenzale, che ricorda il palazzo dei papi ad Avignone. Fortezza rettangolare di 75 m su 80 m, dentro anche della cittadella (Collachium), comprende infatti canali, un muro dentellato e segnato di giri quadrati, ed un maschio. La fortezza deve avere presentato un aspetto massiccio ed impressionante. Sotto il palazzo si trovavano inoltre tre piani di depositi dove si depositavano prodotti alimentari e munizioni, cosa che ne faceva una fortezza capace di resistere a molte sedi. | L’entrata del palazzo | L’entrata principale è situata nella sua parte sud, sul posto Kleovoulou in cima della via dei cavalieri. Quest’entrata maestosa è fiancheggiata di due alti giri semicircolari (sotto forma di ferro di cavallo), dentati ed a caditoie, simili a quelle della porta del mare. L’entrata dà accesso ad una grande hall. | | La Corte interna | Il palazzo dei cavalieri si ordina attorno ad una corte interna ad arcate. Questa corte interna di 50 m di lunghezza su 40 m di ampio è decorata di bandiere geometriche in marmo; è delimitata, nella sua parte del nord, da dieci sili che permettevano di fornire i difensori in cereali durante le sedi. | | Questi posti adatti riparano oggi statue di imperatori romani che provengono da scavi realizzati dagli italiani all’inizio del xxo secolo allo Odéon dell’isola di Cos. | | Una scala esterna situata all’est conduce alla loggia del nord del piano. | | La volta | | La grande hall | | | Si può vedere, che predomina l’hall, un modello della statua splendida del Laocoon, capo d’opera della scultura rhodienne: immortala la morte del troiano Laocoon e dei suoi figli, Antiphantes e Thymbraeus strangolati da serpenti di mare, e rappresenta l’angoscia dell’essere umano di fronte alle forze incontrollabili della natura. L’originale di questa statua dell’Iersecolo prima di J. - C. si trova al vaticano a Roma. Laocoon era il figlio del re Priam di Troia, che tentò di informare i suoi compatrioti troiani contro il cavallo di Troia offerto alla città dai greci. Nel Énéide, Virgilio attribuisce a Laocoon la frase famosa “Equo ne credite, Teucri/Quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentes„. | Nella grande hall, una scala conduce al piano dove si visita una serie di grandi sale. | Le sale interne | Le sale del piano, decorate di mobili italiani, riparano una serie di mosaici d’epoca hellénistique e bizantina che proviene dalle isole del Dodecanese: osservate la caccia ai cervi. | | Una raccolta di mobili di stile occidentale del XVIe secolo e del xviio secolo è anche presentata. | | | | | | La sala delle nove muse | Dentro, la sala delle nove muse cela un mosaico dell’epoca hellénistique che rappresenta i busti delle nove muse. | La sala dei colonnati | La sala dei colonnati, il cui limite massimo è sostenuto da due grandi arcate a due colonne, fungeva forse da sala di deliberazioni al consiglio dell’ordine; contiene di superbie mosaïques del Ve secolo. | | La sala della medusa | La sala della medusa ripara un mosaico della fine dell’epoca hellénistique che rappresenta il gorgone mitologico con la sua capigliatura di serpenti. Vasi cinesi ed islamici sono anche presentati in questa sala. | | | Le esposizioni archeologiche | Due esposizioni sono presentate nel recinto del palazzo: la prima, dedicata alla Rodi vecchia, riunisce una raccolta impressionante derivata dagli scavi archeologici e la seconda, Rodi medioevale, li porta via nella vita quotidiana al medioevo. |
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| | Storia | | Costruzione del palazzo | Il palazzo fu costruito alla fine del VIIe secolo dai bizantini come piazzaforte della città nel sito di un vecchio tempio dedicato a Helios, dio del sole. L’edificio sarà modificato nel corso del tempo a che i cavalieri di San Giovanni ne facciano la residenza del grande padrone dell’ordine (dal 1309). Il palazzo del grande padrone sembra essere stato completato nella sua prima forma sotto Hélion di Villeneuve, ma, come tanti edifici dell’isola, fu aumentato e modificato sotto Pierre di Aubusson e Fabrizio del Carretto. Il palazzo visibile oggi è la ricostruzione da parte dei fascisti italiani di quello costruito al XIVe secolo dal grande Hélion principale di Villeneuve. | Destinazione del palazzo | Il palazzo fu la residenza del grande padrone di San Giovanni ed il centro amministrativo e politico del loro Stato da 1309 a 1522, prima di in essere cacciato dagli ottomani e di trasferire la sua sede a Malta. È qui che hanno risieduto diciannove grandi maestri. Il palazzo faceva anche ufficio di ultimo rifugio per la popolazione in caso del pericolo, e poteva sostenere una lunga sede grazie ai suoi depositi riempiti di prodotti alimentari e di munizioni. | Distruzione del palazzo sotto l’occupazione turca | Dopo la conquista dell’isola da parte dell’impero otomano (1522), il palazzo fu trasformato dai Turchi in deposito, in prigione ed in casa per i custodi. Al xixo secolo, il palazzo improvviso colpo su colpo due catastrofi: - nel 1851, fu danneggiato da un terremoto;
- il 6 novembre 1856, fu quasi interamente distrutto dall’esplosione di una polveriera (dimenticata negli scantinati dai Turchi della guarnigione) fu colpito dal fulmine; la chiesa San Giovanni-Baptiste (allora trasformata in moschea principale), dove si trovavano le tombe dei grandi maestri, fu anche distrutto, sola esistendo il suo giro quadrato di cui l’orologio bruscamente fermato segnava l’ora della catastrofe. Pietre furono proiettate in tutta la città e nel mare a oltre giro Saint-Michel.
| Ricostruzione del palazzo da parte degli italiani | Dal 1937, Benito Mussolini desiderando ridare una certa dimensione alla città di Rodi, il governatore italiano Cesare Maria de Vecchi intraprese di ricostruire il palazzo dei grandi maestri per trasformarlo in residenza d’estate ad uso dei dirigenti dell’Italia fascista e del re dell’Italia, Victor-Emmanuel III. L’esterno fu ricostruisce con molte cure erudite, l’interno con la preoccupazione di fare la dimostrazione dello splendore fascista; il palazzo è ironicamente diventato un monumento all’occupazione italiana piuttosto che il memoriale dei suoi costruttori originali. Le autorità greche hanno lasciato, bene in evidenza all’entrata del palazzo dei cavalieri, una superbia targa di marmo precisando le condizioni di restauro di questo palazzo sotto l’egida del re Victor-Emmanuel III, “imperatore dell’Etiopia„, e “del Duce„ Benito Mussolini. Cesare de Vecchi fece affiggere le sue armi sul palazzo. Il restauro, secondo piani originali miracolosamente conservati, fu completato nel 1939; resta nell’umore italiano dell’epoca. |
| Letteratura | Ciò che dicono le rondini - Théophile Gautier (1811-1872) | Quella: “Ecco il mio indirizzo: Rodi, palazzo dei cavalieri; Ogni inverno, la mia tenda si erge Al capitale dei pilastri neri. „ |
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| | Generalità | Posto Kleovoulou (Plateia) GR. - 851 00 Ródos (Nissí Ródos) Telefono: 00 30 22410 23.255/22410 23.359 Il palazzo dei grandi i principali è il terzo monumento greco più visitato. |
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