| Statuto | | Ordre Souverain Militaire ed Hospitalier di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta beneficia dall’origine dell’indipendenza rispetto agli altri stati, ai sensi degli atti pontefici, come pure del diritto universalmente riconosciuto di avere un colloquio ed impegnare forze armate, cosa che costituisce la base della sovranità internazionale dell’ordine. L’ordine era assimilabile ad una repubblica marina all’uguale di Genova o Venezia. I membri dell’ordine erano divisi in tre classi: - i cavalieri, che portano il vestito rosso a croce bianca; fra i cavalieri apparivano i cavalieri di giustizia (titolo acquisito dalla presentazione almeno di 16 zone di nobiltà) ed i cavalieri di grazia (titolo ottenuto dal solo merito). Per necessità, l’ordine ospedaliero diventò anche un ordine militare ed i suoi cavalieri armati erano di nascita nobile, derivati da famiglie nobili cattoliche.
- i fratelli che fungono da armi, infermieri ausiliari dei cavalieri ospedalieri; d’origine plebea, fungendoli da armi erano incaricati allo stesso tempo dei lavori della guerra e delle cure all’infermeria.
- i fratelli di fede (cappellani), che erano i sacerdoti dell’ordine.
I membri dell’ordine formavano una Comunità sottoposta alla regola di santo augustiniano. I fratelli prestavano giuramento di povertà, di fede e di castità, e giuravano di aiutare alla difesa di Gerusalemme. Fra’Pierre Gérard, il loro primo capo, era chiamato rettore; più tardi, i dirigenti dell’ordine presero il titolo di grandi padroni, eletti a vita. A partire dal capitolo di Montpellier, tenuto nel 1327 dal grande Hélion principale di Villeneuve, e dall’impianto a Rodi, i cavalieri furono distribuiti in sette nazioni o “lingue„: la Provenza, Alvernia, la Francia, le Aragona-Navarra, l’Italia, l’Inghilterra (includendo la Scozia e l’Irlanda) e la Germania, quest’ultimo includendo tutti gli stati d’Europa centrale. Dal 1492, un’ottava lingua sorse della separazione tra le Aragona-Navarra ed il Castiglia-Leon-Portogallo. Ogni lingua comprendeva le chiese del priorato e le grandi chiese del priorato, i baliati e Commanderies. L’insieme si suddivide in ventidue grandi-chiesa del priorato ed in diciannove baliati, la totalità comprendendo circa sei cento commanderies. Queste commanderies erano costituite da terre offerte o legate all’ordine da donatori generosi, ed affidate in comando a comandanti che avevano l’obbligo di accogliere e curare i pellegrini e pazienti bisognosi in dipendenze sistemate in locande e dispensari. I redditi prodotti dagli sfruttamenti garantivano l’intervista dei settori, i vantaggi sono raccolti per il tesoro generale dell’ordine. La Provenza, più ex delle lingue, possiede due grandi chiese del priorato, Saint-gilles e Tolosa, che raccolgono più di sessanta commanderies alla fine del xviiio secolo. Alvernia possiede la grande chiesa del priorato di Bourganeuf che conta sessanta commanderies. La lingua della Francia comprende le grandi chiese del priorato della Francia, di Aquitania e di Champagne, il cui insieme riunisce un centinaio di commanderies. Fuori della Francia, si registra la lingua dell’Italia, con le grandi chiese del priorato di Roma, Lombardia, Veneto, Pisa, Messina, Capoue e Milano; la lingua di Aragona, con le grandi chiese del priorato di Catalogna e Navarra; la lingua dell’Inghilterra, con le grandi chiese del priorato della Scozia e d’Irlanda; la lingua della Germania con le grandi chiese del priorato di Ungheria, Boemia, Polonia, Danimarca e la Svezia; la lingua di Castiglia con le grandi chiese del priorato di Castille, Léon, Portogallo, Galizia e Andalusia. Quest’organizzazione dell’instaurazione dell’ordine con le lingue trascina una nuova gerarchia dei carichi e delle funzioni: - il grande comandante, anche chiamato grande precettore, viene dopo il grande padrone, che sostituisce in caso d’assenza o di malattia. Questo titolo è attribuito dopo la creazione delle lingue, al pilastro della lingua di Provenza.
- il grande maresciallo si incarica degli affari militari. Questa funzione ritorna al pilastro della lingua di Alvernia.
- il grande ospedaliero è il soprintendente delle cure da dare ai pazienti. Questo carico è affidato al pilastro della lingua della Francia.
- il negoziante di tessuti di lana, incaricato dell’abbigliamento, vede il suo titolo andare al pilastro della lingua della Spagna.
- il titolo dell’ammiraglio soprintendente della marina di guerra dell’ordine va al pilastro della lingua dell’Italia.
- il titolo di turcoplier, che comanda le truppe ausiliarie di cavalleria leggera, è attribuito al pilastro della lingua dell’Inghilterra.
- il carico di grande bailli, che ha giurisdizione sulle fortificazioni, ritorna alla lingua della Germania.
- il titolo di grande cancelliere, che firma gli atti del Consiglio, è attribuito al pilastro della lingua di Castiglia.
L’ordine conta anche altri ufficiali civili e militari, come il grande cavaliere, incaricato di fare regnare la legge nell’ambito degli ospedalieri. Il bouteiller riscuote le imposte. Viene in seguito il comandante dei cavalieri e dei castellani. Di questa gerarchia complessa, esiste ancora oggi i principali carichi che dirigono l’ordine (grande comandante, grande cancelliere, grande ospedaliero e ricevitore del tesoro comune) e formano il sovrano Consiglio„ | Lingua di Provenza | Lingua di Alvernia | Lingua della Francia | Lingua di Aragona | | | | | Lingua dell’Italia | Lingua dell’Inghilterra | Lingua della Germania | Lingua di Castiglia | | | | |
| L’ordine resta oggi molto gerarchizzato; un grande eletto principale a vita è assistito da un sovrano Consiglio. L’organizzazione “in lingue„ che sono scomparse, i membri hanno costituito associazioni nazionali da 1864. L’ordine è organizzato in cinque grandi chiese del priorato e di molte associazioni nazionali; ha un colloquio con relazioni diplomatiche con il vaticano e vari paesi. |
| | Valuta | “Tuitio Fidei ed Obsequium Pauperum„, “difesa della fede ed assistenza ai poveri„. |
| La lingua di Alvernia | Della fine del XIVe secolo all’inizio del XVIe secolo, quattro grandi padroni dell’ospedale furono, direttamente o indirettamente, derivati “dalla lingua di Alvernia„, una delle otto “lingue„ (o “province„) che compongono l’ordine. Furono Philibert di Naillac (nato a Bridiers o al vuoto, non si sa troppo) da 1396 a 1421; Jean de Lastic, da 1437 a 1454; Pierre di Aubusson, da 1476 a 1503; e, infine, Guy de Blanchefort, nipote del precedente, nel 1512-1513. | Il più grande di loro, senza domanda possibile, fu Pierre di Aubusson. Non è una fortificazione di Rodi o delle altre isole del Dodecanese dove non si trovano le proprie innumerevoli “firme„, concretate dall’apposizione della sua arme.
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| L’ordine a Gerusalemme (da 1099 a 1187) | L’ordine cattolico di San Giovanni, fondato nel 1070 a Gerusalemme aveva una vocazione ospedaliera, dedicato a ricevere i pellegrini, fornire alle loro necessità e curarle nelle loro malattie. Era storicamente protettivo di un ospedale costruito a Gerusalemme prima della prima crociata. La conquista di Gerusalemme, nel 1099, in occasione della crociata dei baroni diretta da Goffredo di Buglione condusse alla fondazione del regno latino di Gerusalemme, che garantisce l’accesso alla tomba di Cristo. L’ordine degli ospedalieri, o cavalieri dell’ospedale, di San Giovanni-de-Jérusalem, a dire il vero, vede la luce nel 1113, approvata dal papa Pasquale II. L’afflusso di pellegrini diventa tale, di quanto per garantire la loro sicurezza una parte dei fratelli ospedalieri diventa monaci soldati, incaricati di difenderli dalle armi contro gli attacchi dei musulmani. Nel 1121, sulla proposta di Raymond del Puy, secondo grande padrone, l’ordine diventarono un ordine allo stesso tempo ospedaliero e militare. Tra 1142 e 1144, l’ordine acquisì cinque fortezze nella contea di Tripoli, fra cui Krak famoso dei cavalieri, che diventò un simbolo della sua potenza. |
| L’ordine ad Acri (da 1187 a 1291) | Dopo la caduta di Gerusalemme davanti Saladino nel 1187, l’ordine degli ospedalieri di San Giovanni-de-Jérusalem si installò a San Giovanni d’acro. Nel 1291, Jean de Villiers che è allora grande padrone dell’ordine è ferito durante la caduta di San Giovanni d’Acri: si ritira con gli ospedalieri a Limassol (Cipro) e vi installa l’ordine; vi morirà nel 1293. |
| L’ordine a Cipro (da 1291 a 1306) | Durante alcuni anni, i cavalieri sono rifugiati a Cipro sotto la protezione del Lusignan. |
| L’ordine a Rodi (da 1306 a 1522) | | Approfittando della decomposizione dell’impero bizantino, fologhe di Villiers, nipote di Guillaume de Villaret proseguì il progetto di suo zio e guadagnò Rodi nel 1308. I cavalieri riacquistarono l’isola al Génois e si stabilirono. L’ordine vi installa la sua sovranità ed organizza l’amministrazione dei suoi beni in Europa, da parte del gruppo delle commanderies e chiese del priorato, in sette, quindi otto, regioni denominate nazioni o “lingue„. A Rodi stessa, all’inizio del XIVe secolo, i cavalieri sono raccolti “in lingue„. I membri dell’ordine che raggiungevano Rodi di tutte le parti dell’Europa e le istituzioni dell’ordine si raccolsero fino all’inizio del XIVe secolo secondo le loro lingue d’origine. Ogni “lingua„ si riuniva in una casa o “locanda„ riservata al suo gruppo. | Ogni “nazione„ era costituita da cavalieri, da fratelli che servono e da giovani di studio collegati alle chiese ed ospedali dell’ordine. L’ordine era governato dal grande padrone (principe di Rodi) e da parte del Consiglio, batteva valuta e aveva un colloquio con relazioni diplomatiche con gli altri stati. Gli altri carichi dell’ordine erano attribuiti ai rappresentanti delle varie lingue: la sede dell’ordine, il convento, era composta da religioso di molte nazionalità. L’ordine dispone di un potere mai raggiunto nell’ordine religioso: possedere un territorio proprio e restare sovrani. Ai primi tempi della presenza dell’ordine a Rodi, essendo i francesi più numerosi, la lingua scritta era il francese; verso la prima metà del XVe secolo, egli ivi avere uno spostamento verso il latino, e, dopo del 1454, anche verso l’italiano. La lingua parlata al XVe secolo era probabilmente “un lingua franca„ che comporta contributi di italo-veneziano. | Durante i due secoli del periodo rhodienne, gli ospedalieri possono, grazie alle loro importanti risorse, proseguire senza sosta la loro missione originale, allo stesso tempo nell’ambito delle lingue, dove ospedali, dispensari e lazarets sono creati e si sviluppano, e nell’isola in cui l’immensità degli edifici, ancora visibili oggi, testimonia l’importanza dei loro impianti di medicina, di chirurgia e di farmacia. Se Rodi è innegabilmente il luogo privilegiato per ammirare le vestigia lasciate dall’ordine di San Giovanni, altre costruzioni rimangono ancora sulla maggioranza delle isole del Dodecanese. Fortezze e cittadelle infatti sono state costruite o semplicemente restaurate generalmente allo scopo di opporre una prima diga agli ottomani sulle isole di Nisyros, Tilos, Kalymnos, Kastellorizo o Kos. A Naxos anche, la più grande isola delle Cicladi, si trova Église Sant’Antonio-Ermite costruita al XVe secolo dai cavalieri. I cavalieri abbandonarono Rodi il 1° gennaio 1523, al termine di una sede memorabile di sei mesi conduce per Solimano il Magnifico personalmente, capo Turchi ottomani. Fatto quasi unico negli annali dell’impero otomano, il sultano, stupito dal coraggio ed il modo di vita austera degli ospedalieri, lasciò loro la vedova e li autorizzò a lasciare l’isola portando via ciò che voglia… |
| | L’ordine a Malta (da 1530 a 1798) | I cavalieri dell’ordine erreranno sui mari per sette anni, che si rifugiano in Creta, quindi in Sicilia, e non trovarono quartieri generali prima del 1530, quando l’isola di Malta fu data loro da Carlo V, in collegio elettorale del suo regno del Deux-Siciles. I cavalieri saranno di conseguenza conosciuti sotto il nome usuale di cavalieri di Malta. Resi padroni dell’isola, i cavalieri di Malta diressero una difesa fantastica dell’isola contro la flotta d’invasione ottomana nel 1565, che rifiutarono dopo mesi di lotta accanita; La Valletta si illustrò. L’ordine fu allora celebrato in tutta l’Europa come risparmiatore della cristianità. Tuttavia, aspettandosi un ritorno imminente dei Turchi, i cavalieri costruirono la città rinforzata della Valletta, nominata nell’onore del grande padrone dell’epoca, Jean Parisot della Valletta. Più tardi, i cavalieri di Malta si illustrarono nuovamente alla vittoria di Lepanto nel 1571. L’ordine tenterà di mantenersi a Malta fino alla rivoluzione francese. |
| L’ordine all’epoca moderno | I cavalieri conservarono l’isola di Malta fino al 1798, epoca alla quale Bonaparte, che va in Egitto, tolse loro l’isola, ottenne l’abdicazione dell’ultimo grande padrone (Hompesch) e mise così fine all’esistenza politica dell’ordine. Il zar della Russia Paolo I, che se ne era dichiarato il protettore ne fu eletto grande padrone, sebbene non essendo cattolico. |
| L’ordine all’epoca moderno | L’ordine apparì nella storia europea fino al xixo secolo. La sede fu trasferita a Trieste nel 1798, a Catane nel 1801, a Ferrara nel 1826, ed a Roma nel 1834. Ci fu nel 1850 un tentativo per ricostituire l’ordine sotto la protezione del papa: doveva risiedere in si rintana-Santo, e dedicarsi, come all’origine, all’ospitalità, ma questi progetti sono restati senza realizzazione, fino al 1878, data nella quale ha trovato la sua vocazione umanitaria iniziale. Al giorno d’oggi, l’ordine è ritornato alla sua vocazione ospedaliera prima, e le sue opere umanitarie dimostrano la sua attività intensa presso i poveri ed i pazienti. Dispone di ospedali, di centri pronto soccorso e di attrezzature destinate alle cure dei feriti e dei profughi. Fornisce un aiuto di emergenza in occasione di conflitti o di catastrofi naturali (ad esempio in occasione dei tsunami del 2004 in Sud-est asiatico) e dispone di ospedali in tutto il mondo che si investono anche in lavori di ricerca. L’ordine di Malta è oggi un’ONG, riconosciuta dalle Nazioni Unite, presso di cui dispone di una sede d’osservatore permanente. |
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