La via Prijeko | Quando si avanza sul Stradun in direzione del porto, si scoprono alla propria sinistra molte viuzze perpendicolari al Stradun e molto ripide, che scalano verso i recinti al nord della città. Precedentemente, è in questa zona che abitavano i commercianti. Dopo il grande sisma, il suo piano fu interamente rivisto in modo geometrico, mentre la parte sud della città conservava il suo disegno tortueux. Spingendo le porte ed osservando le facciate, si osserva l’uniformazione della zona in blocchi uguali di case barocche, ai balconi a volte pienamente decorati. La via Prijeko forma l’asse principale della parte più recente della vecchia città, che corrisponde al vecchio villaggio croato. Dopo la riunione delle due parti della città, questa zona riparava soprattutto i commercianti. Interamente ridefinita dopo il sisma di 1667, la zona fu in seguito occupata dai borghesi ricchi. Gli architetti hanno allora definito la larghezza delle vie e dei blocchi, come pure il loro piano in damier che scende verso la mise. Ogni casa è costruita secondo lo stesso modello (pozzo al piano terra, cucina all’ultimo piano) e sostituisce, in generale, quattro residenze medioevali. Spingendo le porte, si osserva spesso il pozzo situato sotto la scala (come al n° 8). Tutta la zona è costruita su una rete di canalizzazioni elaborata che portava l’acqua nei pozzi privati dei più ricchi. Il piano terra serve anche al magazzinaggio. Le parti di ricezione e di vita sono sistemate nei primi piani, mentre la cucina si trova sempre all’ultimo piano per evitare gli odori. Se i stores dei ristoranti tratti al massimo lo permettono, si possono ammirare la bellezza delle facciate (n° 12,17 e 24), le finestre o i banchi di comando dei balconi (n° 13,12 e 14). Al n° 24, un piede di vite noueux parte all’attacco della facciata: è vecchio di 200 anni! Verso la destra, le viuzze che montano in direzione dei rifugi sposano il rilievo accidentato e diventano scale a volte molto rigide, punteggiate di piante lussureggianti (ficus, philodendron…) e di figlio a biancheria. La zona è oggi invasa da un grande numero di ristoranti ai terrazzi animati. | La via Medovica (Ulica celestina Medovića) | Dal giro Minceta, proseguire in seguito lungo i rifugi fino all’estremità e ritornare verso la sinistra per lspod Minčete che diventa ulica Celestina Medovića e raggiunge la misero vicino alla porta di pila. | | La via di Sigurata (Ulica Od Sigurate) | La via di Sigurata (Ulica Od Sigurate) conduce alla chiesa Sigurata. La chiesa Sigurata - il suo nome è il derivato popolare “di Transfiguratio Domini„ - è citata per la prima volta in 1281 sui documenti vecchi, ma la sua costruzione ne non è meno precedente al XIe-XIIe secoli. Appartiene ad un gruppo di costruzioni préromanes nella Dalmazia meridionale, caratterizzate da una nef incurvata in culle con cupola all’incrocio ed un’abside rettangolare. Dopo il sisma di 1667, al centro préroman sono aggiunte delle nefs laterali. | | La via Palmoticeva (Ulica Palmotićeva) | | La via Kuniceva (Ulica Kunićeva) | | La via Zamanjina (Ulica Zamanjina) | | La via Boskoviceva (Ulica Boškovićeva) | | La via agli ebrei (Ulica Žudioska) | Gli ebrei arrivarono numero a Dubrovnik dopo la reconquista spagnola, l’inizio dell’inquisizione e l’espulsione degli ebrei della Spagna; tollerati dalle autorità ragusaines che apprezzavano i loro talenti di commercianti e soprattutto di banchieri, gli ebrei li erano però oggetto di una segregazione. La via agli ebrei (Ulica Žudioska), del suo nome vecchio veneziano “via del ghetto„, era in realtà un ghetto dove gli ebrei erano limitati, con porte ad ogni estremità che si chiudeva la notte. La sinagoga (sinagoga), di rito sépharade, fu fondata al XVIe secolo (1548), all’interno di una casa ebrea, per accogliere questa Comunità in pieno aumento. È la più vecchia sinagoga dell’Europa dopo quella di Praga, e ripara il museo ebreo che conserva oggetti rari incoronati, come una torah del XIVe secolo. L’edificio attuale, tipico delle case di Ragusa, la cui costruzione risale al XIVe secolo, è stato ricostruisce in 1655. Di quest’epoca datano la decorazione delle parti ed i mobili barocchi. Nel santuario è conservata la galleria-rete riservata alle donne. La sinagoga e tutto il ghetto furono salvati dal sisma di 1667. Benché la Comunità ebrea sia oggi molto poco numerosa (una ventina di membri), la sinagoga esiste sempre, ma esiste soprattutto grazie ai regali dei turisti ebrei americani versati dai vapori di crociera. Visita: Ulica Žudioska 5 (sulla sinistra di mise, appena prima di place de la Loge). Di metà aprile a fine ottobre: normalmente tutti i giorni, eccetto il fine settimana, di 10:00 a 20:00; fuori stagione, di 10:00 a 15:00 Entrata pagante: 15 kunas. | | La via Kovacka | | La via dei gioiellieri (Ulica Zlatarska) | Tutto di la mise, prima del palazzo Sponza, girare a sinistra in questa viuzza stretta che conduce alla cappella San Nicola. | | La cappella San Nicola (Crkva Sveti Nikole) | La piccola cappella dei marinai, la cappella San Nicola (Sveti Nikole), è di stile roman tardivo del XIe secolo. Ricostruita al XVIe secolo, è decorata di una porta barocca del xviio secolo. |
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