| L'acropoli di Lindos, Rodi | |
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| | Generalità | L’acropoli di Lindos è certamente la zona archeologica più interessante di Rodi; attira del mondo intero migliaia di ospiti ogni anno. |
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| | | | L’acropoli | Molto difficile d’accesso, solo scale parte il nord permettono di raggiungere il fondo dei rifugi del castello costruito dai cavalieri, e l’acropoli. L’acropoli è circondata di una parete hellénistique contemporanea della scala che conduce all’entrata della zona archeologica. È una costruzione accuratamente fatta con giunti verticali ed orizzontali. Una parete ha protetto l’acropoli dopo la guerra persiano. Un’iscrizione romana cita che riparazioni sono state fatte a spese di P. Aelius Hagetor, il sacerdote di Athéna (IIe secolo prima di J. - C.). | | | In cima delle scale si trovano gli edifici del palazzo e la volta gotica; con un’arcata sulla sinistra, si accede all’acropoli: venti colonne doriche sollevate segnano la posizione del stoa dorico; la scala monumentale conduce ai propilei; in seguito, si scopre il piccolo santuario di Athéna Lindia. | L’esedra | Al piede dell’acropoli, prima di scalare le ultime marce della grande scala ascendente alla cittadella, si trova un’esedra semicircolare ed un bassorilievo che stupisce di 4,5 m quasi su 5 m, scolpito nella pietra, comparsa nei suoi minimi dettagli la prua “di uno trimolia„ (trirème, nave di guerra rapida di concezione rhodienne generalmente utilizzata a quest’epoca). Datando del IIe secolo prima di J. - C., è probabilmente, secondo un’iscrizione incisa sulla sua base, un’opera scolpita dal Pythékritos rhodien (Pythacritos), a che è anche attribuita famosa “la vittoria di Samotracia„, esposta al museo del Louvre a Parigi, che occupava una località simile a quest’ultimo. | Questo bassorilievo fungeva da piedistallo alla statua, oggi persa, dell’ammiraglio Agesandros, l’eroe del mare, vincitore di una battaglia navale in 180 prima di J. - C.; il bassorilievo era collegato alla statua in modo che l’ammiraglio appare verticalmente sulla sua barca. | Il tempio di Athéna | Il tempio di Athéna è situato in sotterraneo, un po’sulla sinistra. Costruito al punto più sù della roccia, ad un posto esposto agli sguardi, chiude la prospettiva in scala, data dalla stoa ed i propilei che sposano il movimento ascendente del terreno.
| | | L’origine mitica del tempio di Athéna | Secondo la leggenda, un culto préhellénique di Athéna Lindia aveva luogo alla posizione dell’acropoli verso 2500 prima di J. - C. (età neolitica). Secondo la mitologia, al XVe secolo prima di J. - C., Danao (il padre del Danaïdes), che lascia l’Egitto con le sue 50 figlie, si rifugiò a Lindos, vi stabilì un tempio e, dopo il decesso di tre delle sue figlie, dedicò una statua in legno a Athéna. Ma, secondo Blinkenberg, all’origine, non c’erano tempi, ma soltanto un recinto incoronato al quale Pindaro farebbe allusione. Tuttavia, è certo che il luogo di culto è vecchio, come lo provano degli oggetti che datano del neolitico e del Mycénien, come pure delle grotte cultuali scavate sotto il tempio. | Il tempio di Cleobulo | Il tiranno di Lindos, Cleobulo (Kléoboulos), nella prima parte della vita secolo prima di J. - C., fece sostituire questa prima costruzione con una costruzione più grande e di migliore qualità ed offrì una corona d’oro alla statua in legno già esistente della dea. Questo tempio antiquato aveva lo stesso piano aula magna prostyle tétrastyle dorico del tempio che gli è succeduto; una scala monumentale di 7,50 m di ampio dava accesso al santuario, come pure ad un altare. | Il tempio attuale | Il tempio attuale, di cui si possono visitare attualmente le rovine, dedicato a Athéna Lindia, data del IVe secolo prima di J. - C., poiché verso 342 prima di J. - C., un incendio distrusse il tempio di Cleobulo, e Lindiens ne ricostruì un altro alla fine del IVe secolo, forse verso 300, prima di stabilire una nuova statua della dea. Il nuovo tempio fu fornito di propilei e di una scala monumentale. Era una costruzione a due cavalletti simili e che presenta quattro colonne di stile dorico sulle facciate prima e pospone. Il nuovo tempio misurava circa 22 metri su 8, e comportava classicamente le tre parti in file “pronao„ (hall), “naos„ (cella che riparano la statua della dea) e “opisthodomos„ (arrière-salle che funge da tesoro). Era costruito in pietra e coperto d’intonaco. La parte superiore, architrave e dirupo, era dipinta. Al IIIe secolo davanti J. - C., il culto di Zeus Polieus è stato instaurato benché Athéna sia restato la dea principale del santuario. | Durante l’antichità, il tempio di Athéna Lindia uno delle località fu più incoronato Grecia. Alessandro il grande ed alcuni dei suoi successori vi offrì sacrifici sontuosi e dedicò armi a Athéna Lindia in seguito alle loro vittorie. Lindos restò il grande centro religioso dell’isola bene a lungo ancora dopo la fondazione della città di Rodi. | | I propilei | È durante la prima metà del IIIe secolo prima di J. - C. che la zona incoronata del santuario fu chiusa dai propilei di stile dorico (cioè un cavalletto ed un’hall che dà accesso ad un tempio) e che furono costruite le scale monumentali. I propilei erano costruiti sotto forma di U sul modello dei propilei dell’acropoli di Atene ed avevano lo stesso orientamento del cavalletto. Il corpo principale era bucato di cinque porte e preceduto di un cavalletto dorico. Un cavalletto apriva una doppia prospettiva grandiosa, da un lato sull’altare ai sacrifici ed il tempio, dell’altro sul porto (Megalos Ialos) ed attuale Charaki e capo Archangèlos. Era inquadrato di due ali asimmetriche che comportano sale di banchetto decorate di opere di arte, fra cui le facciate, che comportano quattro colonne doriche, riproducevano quella del tempio. I propilei erano costruiti in pietra e dipinti sulla loro parte superiore. Ne non resta praticamente nulla: solo le fondazioni dei propilei sono ancora visibili. | | | La grande stoa dorica | Alla fine del IIIe secolo prima di J. - C., si aggiunse alla base delle scale un grande cavalletto (Mégali Stoa) dorico ancora più monumentale dei propilei. La grande stoa era sotto forma di Π greco e si apriva verso il nord; comportava un corpo centrale decorato di 26 colonne in facciata che inquadra la scala e due ali simmetriche in proiezione. La stoa misurava 87 metri di lunghezza su 9 di ampio e contava in qualsiasi 42 colonna di cui 21 sono stati sollevati negli anni 1936-1938. | Il fronte tétrastyle delle ali laterali della stoa copiava quello del tempio; le ali avevano facciate hexastyle (a sei colonne) ed erano coperte di un tetto. Dietro ogni ala della stoa si apriva una sala. La sala dell’ala occidentale era seguita da tre camere più piccole e l’ala è con una sola. Erano usate per depositare le offerte votives destinate alla dea. Queste camere si aprivano su una corte interna peristilio con un cavalletto su tre da parte sua. Vi si trovava un altare. La parete della stoa non era continua ma lasciava uno spazio di dieci colonne per dare una migliore vista delle scale che monta ai propilei. Gli architetti avevano dunque giocato allo stesso tempo sui passaggi alternati in zone d’ombra e di luce, lo spiegamento orizzontale dei colonnati, la raddoppia réduplication della facciata del tempio (2 volte ai propilei, 2 volte alla stoa), l’aumento verso il santuario e l’attesa piena d’emozione del contatto con la divinità. Più tardi, verso l’anno 200 prima di J. - C., il quarto lato della corte è stato chiuso da un cavalletto ionico. | | Più tardi, il piazzale dinanzi alla stoa è stato prolungato e due cisterne sotterranee sono state costruite per raccogliere l’acqua piovana del tetto della stoa e della scala del propileo. Questo piazzale era sostenuto da arcate (Iersecolo prima di J. - C.) oggi ancora chiaramente visibile. | | Il tempio di Diocleziano | Al IIIe secolo dopo J. - C., i Romani costruirono sull’acropoli un tempio dedicato, si pensa, all’imperatore Diocleziano. | | Il teatro vecchio | Sul lato del sud-ovest della collina, sotto il tempio di Athéna ma fuori dell’acropoli, si sono liberate le vestigia di un teatro vecchio del IVe secolo prima di J. - C. L’orchestra circolare e le fasi sono state scavate nella collina. Gli proèdres, sedi onorarie situate attorno all’orchestra e destinate ai funzionari, sono sempre visibili. Le prime tre file erano anche riservate ai funzionari ed un muretto li separava dal resto della fase. Nell’estensione della scena del teatro si trova un edificio le cui colonne sostenevano un tetto che circonda una corte centrale all’aperto. L’entrata del lato nordoccidentale possedeva un portico fornito di una fila di colonne che sopportano un architrave. Il teatro poteva accogliere da 1500 a 1700 spettatori ed era destinato a cerimonie religiose. Ad un periodo posteriore il posto è stato occupato successivamente da tre chiese cristiane. | |
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| | | | | Ore di visita | Aperto d’8:00 a 18:40 della martedì a domenica da luglio a settembre e fino a 15:00 da ottobre a giugno. |
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